Sebbene vi siano timori legati all'integrazione dell'AI in contesti così delicati, la storia della tecnologia ci insegna che le innovazioni portano con sé grandi potenzialità, senza necessariamente compromettere le professioni esistenti. Isaac Asimov, autore di opere fantascientifiche ma anche acuto osservatore del progresso scientifico, ha fornito spunti utili per riflettere su tali sviluppi. Nelle sue opere, Asimov non immaginava il progresso tecnologico come una minaccia, ma come uno strumento utile per l'umanità.
Egli stesso sosteneva che evitare i rischi della conoscenza attraverso l'ignoranza fosse un errore, suggerendo che la vera sfida è affrontare i pericoli con saggezza e cautela. Questo punto di vista appare particolarmente rilevante nell'era dell'AI, poiché il progresso tecnologico, compreso quello in campo medico, può essere pericoloso solo se non gestito con consapevolezza e preparazione (Asimov, 1995).
L'AI nell'odontoiatria: rivoluzione o rischio?
In ambito odontoiatrico, l'AI ha già dimostrato di poter offrire strumenti avanzati per la diagnosi e la prevenzione delle patologie orali. Applicazioni innovative sono in grado di identificare carie, misurare la perdita di attacco parodontale, rilevare lesioni della mucosa e fornire supporto per la pianificazione implantare e protesica. Tuttavia, nonostante queste tecnologie siano già operative, esse non sostituiscono l'intervento del professionista, che continua a essere centrale nel processo decisionale e diagnostico.
Secondo uno studio pubblicato sulla Journal of Dental Research, l'integrazione dell'AI nella pratica odontoiatrica non solo migliora l'accuratezza diagnostica, ma accelera anche i processi di prevenzione, permettendo di intervenire precocemente su lesioni che potrebbero altrimenti passare inosservate (Schwendicke et al., 2020). Inoltre, l'utilizzo di algoritmi di apprendimento automatico per la pianificazione protesica e implantare permette di ridurre gli errori, migliorare la precisione chirurgica e personalizzare le cure in base alle esigenze specifiche di ciascun paziente (Chen et al., 2021).
Questi sviluppi non devono essere considerati come una minaccia, bensì come un'opportunità per migliorare la qualità delle cure offerte. Come in passato l'introduzione degli ultrasuoni e della radiologia tridimensionale ha trasformato il lavoro degli igienisti e dei chirurghi orali, così l'AI rappresenta un ulteriore passo avanti nella direzione di una medicina più precisa e tempestiva.
Il modello cognitivo protesico: uomo e AI insieme
Una delle prospettive più promettenti è rappresentata dal cosiddetto "modello cognitivo protesico". Questo concetto, elaborato da Pat Hayes e Ken Ford all'inizio del XXI secolo, descrive l'integrazione tra intelligenza umana e artificiale, dove l'AI non agisce in autonomia, ma potenzia le capacità cognitive e decisionali dell'uomo, fungendo da "leva" per migliorare le performance professionali (Hayes & Ford, 2001). In questo contesto, l'AI viene utilizzata come strumento per accelerare e ottimizzare i processi decisionali, ma il controllo rimane saldamente nelle mani del professionista, il cui ruolo è insostituibile.
L’AI, infatti, sebbene superiore all’uomo per la capacità di immagazzinare ed elaborare dati in modo rapido e preciso, è priva di alcune caratteristiche intrinsecamente umane come l'empatia, l'intuito e la capacità di considerare sfumature etiche complesse. È proprio in questo contesto che il ruolo del medico e dell'odontoiatra rimane cruciale. Come sottolinea lo studio pubblicato da Lee et al. (2021), le decisioni cliniche richiedono non solo una base scientifica rigorosa, ma anche sensibilità e comprensione delle dinamiche umane, che l'AI da sola non può replicare.
AI e protocolli medici: supporto, non sostituzione
È importante sottolineare che l'AI non sostituirà i protocolli medici, ma contribuirà a renderli più efficienti. La medicina, e in particolare l'odontoiatria, si fonda su protocolli e linee guida che vengono costantemente aggiornati sulla base delle evidenze scientifiche più recenti. I professionisti mediterranei, in particolare, in Italia e Spagna, sono noti per adottare un approccio flessibile e non dogmatico all'applicazione dei protocolli, utilizzandoli come strumenti per offrire cure personalizzate e di alta qualità (Moreno et al., 2023).
L'AI sarà un ulteriore strumento nelle mani di questi professionisti, consentendo loro di prendere decisioni più rapide e basate su dati, senza compromettere l'arte e il mestiere che caratterizzano la pratica clinica. Come affermato da un recente articolo su The Lancet, la medicina, pur basata su un approccio scientifico e razionale, richiede sempre un intervento umano che, attraverso l'esperienza e la sensibilità, renda possibile l'applicazione di terapie su misura per ogni paziente (Topol, 2019).
Conclusioni
In conclusione, l'AI rappresenta senza dubbio una rivoluzione nel campo medico-odontoiatrico, ma non deve essere percepita come una minaccia per la professione. Al contrario, essa offre strumenti che permetteranno ai professionisti di migliorare l'efficacia delle cure e ridurre gli errori diagnostici, mantenendo però intatta la centralità dell'intervento umano. Come suggerito da Asimov, la chiave per affrontare il progresso tecnologico risiede nella saggezza con cui lo si abbraccia.
Sfruttare l'AI non significa rinunciare al controllo, ma utilizzare un potente strumento per migliorare la qualità della nostra professione. Tutti questi concetti sono approfonditi durante i nostri master e corsi presso l’Istituto Stomatologico Toscano dove cerchiamo sempre di essere aggiornati e in linea con il progresso medico e scientifico, cogliendone gli aspetti positivi e propositivi.
Fonte: Infodent Novembre 2024